Secondo lo studioso di storia dello sci, Harold Grinden, i vichinghi introdussero
lo sci nel Nord America più di novecento anni fa. Negli Stati Uniti gli sci furono usati dopo il 1840,
quando alcuni immigrati scandinavi costruirono nel Midwest, sci da fondo in legno. Nello stesso periodo lo
sci fu introdotto in California da marinai norvegesi che avevano abbandonato le loro navi a S.Francisco per
cercare oro e pietre preziose. Per passare il tempo durante l’inverno i norvegesi organizzavano nei campi minerari
delle competizioni durante le quali raggiungevano, a volte, quasi 130 km orari, usando assi pesanti e
lunghe circa sei metri. Gli attacchi erano costituiti da semplici cinghie di cuoio e la soletta era resa più
scorrevole da strane sostanze animali e vegetali.
Per quanto riguarda l’Italia risulta che il primo sciatore sia stato il parroco di Ravenna, Francesco Negri,
il quale fece questa esperienza durante un viaggio in Lapponia attorno al 1660. Dopo il reverendo Negri, in Italia,
non si ha più notizia di sciatori fino ad arrivare al 1886, anno in cui Edoardo Martinori Romano, dopo essere stato
in Lapponia, ritorna a casa con un paio di sci. Circa dieci anni dopo, ad opera di Paolo Kind, ha inizio l’attività sciatoria,
naturalmente di sole discipline nordiche. Le prime gare, riservate a sciatori militari, si svolsero nel 1898.
Nascono i primi sci club a Torino nel 1901, a Milano nel 1902 e a Genova nel 1903 mentre dieci anni dopo viene fondata
la Federazione Italiana dello Sci, ma il vero fondatore della Federazione Italiana Sport Invernali (l’odierna FISI) fu,
a Milano nel 1920, è il Conte Aldo Bonacossa.
Un enorme sviluppo, per la disciplina del fondo, lo si ebbe durante la prima guerra mondiale con la formazione di interi
reparti di sciatori per l’addestramento dei quali furono ingaggiati istruttori stranieri.
La scoperta della sciolina risale al 1903. Quest’ultima, composta da una miscela il cui ingrediente principale era la cera
d’api, oltre a fare scorrere gli sci in avanti , permetteva anche di non scivolare indietro.
Le tecniche possibili per praticare lo sci di fondo
Nello sci di fondo sono presenti due tecniche: il classico, anche chiamato
tecnica classica e lo skating, anche chiamato tecnica libera.
La tecnica classica è basata su tre passi principali: il passo alternato,
il passo spinta e la scivolata spinta.
Il passo alternato: si compone di una spinta di gamba con una contemporanea spinta del
braccio opposto e di una successiva spinta con l'altra gamba e l'altro braccio che verranno
continuamente alternati. Eseguendo questo passo si assume una movenza simile a quella di un corridore
e si riesce a sviluppare molta forza e poca velocità; è quindi adatto a tratti di salita.
il passo spinta: si compone di una spinta contemporanea di entrambe le braccia con un piegamento
in avanti del busto; una volta esaurita questa si spinge con la gamba e contemporaneamente si riporta
il busto in posizione eretta e le braccia davanti a sé pronte per una nuova spinta. Con questo passo si
riesce a sviluppare una discreta forza e una buona velocità; è quindi adatto ad accelerazioni e tratti di falsopiano in salita.
la scivolata spinta: si compone di una spinta contemporanea di entrambe le braccia con un piegamento
in avanti del busto; ci si riporta poi alla posizione iniziale con uno slancio in avanti delle braccia per sfruttare
la loro inerzia. Non essendoci spinta di gambe gli sci non si devono mai fermare. Con questo passo si riesce a sviluppare
poca forza e molta velocità; è quindi adatto a tratti di pianura e falsopiano in discesa.
La tecnica del pattinato o skating e come nella tecnica classica vi sono diverse sequenze di movimenti per coordinare
la spinta di braccia e gambe, i passi principali sono:
il passo corto o da salita: viene eseguito con gli sci particolarmente aperti a V (la loro inclinazione
rispetto al senso di avanzamento dipende dalla forza delle braccia dello sciatore) e si compone di due tempi:
nel primo si esegue una pattinata e una contemporanea spinta con braccia e busto, il quale deve essere rivolto
nella direzione dello sci che in quel momento scorre, in un secondo tempo si esegue una pattinata con l'altro sci sollevando
il busto per riportarlo nella posizione iniziale. I tempi ridotti di questo passo non permettono al busto di cambiare direzione verso il secondo
sci ma solo ruotare un po' per aiutare la scorrevolezza in quella direzione; ad ogni ciclo le braccia spingono sempre verso lo stesso sci
(destro o sinistro) rendendo questo passo asimmetrico. Con questo passo si riesce a sviluppare molta forza e poca velocità ed è quindi adatto a tratti di salita.
il passo doppio: gli sci sono divaricati con un'inclinazione inferiore rispetto a quella del passo corto, e si esegue
una pattinata e una spinta di braccia con il relativo piegamento del busto come nel passo corto, ma la fase di riposizionamento
del busto viene eseguita mentre si scorre in equilibrio sullo stesso sci, il busto è direzionato lungo la traiettoria dello sci
che scorre, una volta esaurita la propulsione si gira il busto nell'altra direzione e si ricomincia con un'altra spinta.
Tale passo risulta simmetrico in quanto impegna allo stesso modo il lato destro e quello sinistro del corpo. Con questo passo
si riesce a sviluppare una discreta forza e una buona velocità ed è quindi adatto ad accelerazioni e tratti di falsopiano in salita.
il passo lungo: gli sci sono divaricati con un'inclinazione inferiore rispetto a quella del passo doppio e del passo corto,
si parte con una pattinata e con una spinta di braccia con un piegamento in avanti del busto, il quale deve volgere
verso la direzione dello sci che scorre; esaurito questo movimento il busto ruota nella direzione dell'altro sci, si
riporta poi alla posizione iniziale con uno slancio in avanti delle braccia per sfruttare la loro inerzia e una contemporanea
pattinata dello sci sul quale fino a poco prima si scorreva. Questo passo risulta dunque asimmetrico. Con questo passo si riesce
a sviluppare poca forza e molta velocità ed è quindi adatto a tratti di pianura e falsopiano in discesa.
Dunque, al variare della tecnica esistono vari tipi di gare:
partenza a cronometro: Rappresenta la gara storica dello sci di fondo. Mediante sorteggio pilotato
(attraverso gruppi di merito) viene estratto l'ordine di partenza. Gli atleti partono a distanza regolare
(tra i venti e i trenta secondi, in base alle condizioni atmosferiche) e vengono cronometrati i tempi.
Queste gare sono disputate sia in tecnica classica che in tecnica libera. Le lunghezze possono essere di 10 km,
15 km, 30 km, 50 km per gli uomini e 5 km, 10 km,15 km, 30 km per le donne.
Partenza in linea (mass start): Gli atleti sono disposti in griglia di partenza secondo l'ordine di merito.
Viene dato lo start mediante un colpo di pistola. Vince l'atleta che per primo attraversa il traguardo.
Il confronto fisico tra gli atleti (assente nelle gare a cronometro) ha portato a un'introduzione della tattica nelle gare in linea,
aggiungendo elementi di spettacolarità. Queste gare sono disputate sia in tecnica classica che in tecnica libera. Le lunghezze possono
essere di 10 km, 15 km, 30 km, 50 km per gli uomini e 5 km, 10 km,15 km, 30 km per le donne. Dalla stagione 2008/2009, è stata introdotta
la possibilità di sostituire gli sci ad intervalli prestabiliti, in maniera simile al pit stop adottato in Formula Uno.
Questo ha ulteriormente aumentato gli elementi tattici e spettacolari, e rendendo possibile un tuning della preparazione degli sci
(sciolina e paraffina) durante la gara, a patto di perdere qualche secondo per l'operazione.
Gimkana (o di destrezza): Formula adottata nelle categorie dei più giovani, consiste nel compiere un percorso a ostacoli in cui,
oltre alla forza fisica, conta molto l'agilità. Si tratta di una tipologia di competizione ampiamente in uso nei paesi scandinavi,
utile soprattutto per avvicinare i bambini e i ragazzi allo sci di fondo con un approccio meno volto alla fatica e più al divertimento.
Dal punto di vista tecnico, è necessario un controllo ottimale dello sci, pertanto la gimkana è utile per valutare il grado di dimestichezza
che i giovani atleti hanno con l'attrezzatura e la loro preparazione tecnica.
Sprint: La gara sprint si disputa su una pista relativamente corta (1-1,5 km). Si effettua una qualificazione con partenza a cronometro.
I primi 30 classificati sono immessi in un tabellone di tipo tennistico (5 batterie da 6 sciatori). Passano il turno i primi 2 di ogni batteria
(10 sciatori) e vengono ripescati i due migliori tempi (Lucky Loser). Sono poi disputate 2 semifinali e passano alla finale A i primi due di ogni
semifinale e i due migliori tempi. Gli sconfitti disputano la finale B per assegnare i posti dal 7 al 12. Queste gare sono disputate sia in tecnica
classica che in tecnica libera e spesso vengono organizzate in percorsi cittadini (con neve riportata). Sono particolarmente spettacolari per la
brevità delle gare, l'incalzante ritmo e la presenza del confronto diretto e immediato tra i concorrenti. Di solito le gare vengono disputate intercalando
le gare di maschi e femmine per annullare i tempi morti.
Staffetta. La staffetta prevede due modalità:
staffetta tradizionale: è una gara con partenza in linea. Le squadre sono composte di quattro staffettisti. Le prime due frazioni sono disputate a
tecnica classica, le altre a tecnica libera. Il cambio avviene mediante il tocco della mano dell'atleta che arriva sulla spalla dell'atleta che parte.
Il cambio deve avvenire in una zona delimitata, pena la squalifica. Spesso vengono formate squadre miste per permettere a un maggior numero di atleti di partecipare;
staffetta sprint: è una gara con partenza in linea su pista breve (1-1,5 km). le squadre sono composte da due staffettisti che, a ogni giro, dovranno darsi il cambio.
Ogni atleta deve percorrere 4 giri di pista, per un totale di 8 giri. Sono effettuate due semifinali dividendo le squadre iscritte. Le prime cinque squadre di ogni
semifinale partecipano a una finale a 10.
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